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FESTIVAL DELLE CITTÀ 2021: TERZA GIORNATA
ENTI LOCALI PIÙ FORTI PER UN'ITALIA VELOCE
GIOVEDÌ 30 SETTEMBRE

La Sala Marcell Jacobs ha poi ospitato lo speech di Leonardo Becchetti, Economista, “L’Italia veloce” e in seguito il secondo panel in programma dal titolo: "Enti locali più forti per un’Italia veloce", con Ivan Scalfarotto Sottosegretario al Ministero dell’Interno; Emanuele Prisco Deputato; Luca Menesini Coordinatore ALI Presidenti di Provincia, Presidente della Provincia di Lucca; Valentina Ghio Sindaca di Sestri Levante. Ha moderato il dibattito Ettore Colombo Quotidiano Nazionale.

Valentina Ghio: "I problemi dei Comuni sono venuti fuori in modo lampante. Esistevano anche prima della pandemia che però li ha acuiti. I temi della responsabilità del carico pesante sulle spalle dei Sindaci e i temi di un'incertezza di chiarezza di regole, di finanziamenti e dei tempi di attuazioni, complicano la vita dei Comuni e dei Sindaci e fanno sì che il Paese non abbia la velocità di ripartenza che dovrebbe avere. Il tema della responsabilità dei sindaci va affrontato

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molto rapidamente per migliorare la vita di chi ricopre questo ruolo, ma anche per affrontare  il tema della crisi della rappresentanza politico-istituzionale. Altri aspetti sono la necessità di un focus preciso sulla chiarezza delle regole di funzionamento e i tempi di funzionamento. La velocità è fondamentale per dare un senso compiuto all'attuazione della democrazia perché la cosa più bella di fare il Sindaco è quella che puoi incidere realmente nella storia della tua comunità e dei tuoi cittadini. Ma per incidere servono le condizioni per poterlo fare. L'ultima questione che voglio mettere in campo è rimettere a fuoco l'autorevolezza del ruolo dei Comuni e degli enti locali rappresentati dai Sindaci e della chiarezza nelle relazioni fra diverse Istituzioni e diversi livelli istituzionali. Occorre un coinvolgimento anche nelle fasi preliminari che per alcuni aspetti c'è stato per altri necessita di una maggiore intensificazione [...]".

Cosa possono fare le Province oggi per aiutare l'Italia a essere più veloce?

Luca Menesini: "Le Province ci sono e lottano insieme a noi, senza però una visione nostalgica del passato. Avevano una centralità sulla vita a livello territoriale, oggi vale solo per alcune funzioni. Anzi noi diciamo che potrebbero fare anche di più. Si sta parlando della legge 56 del 2014 che era funzionale al referendum. Oggi c'è bisogno di un intervento legislativo. Un intervento legislativo urgente e su questo, anche grazie ad ALI, abbiamo elaborato il concetto della Provincia come "casa dei Comuni" che può avere un ruolo molto importante rispetto ai temi che abbiamo trattato qua. Prima su tutti, l'equità. Quali sono le funzioni oggi della Province? Le strade provinciali e regionali (questo per dire che le Province hanno relazioni con tutti i cittadini) e l'edilizia scolastica superiore. Anche questo ha a che fare con la totalità dei cittadini. Dal 2019 al 2021 il livello d'investimenti delle Province è aumentato del 40%, un contributo importante allo sviluppo delle infrastrutture nel nostro Paese. La Provincia come ente di secondo livello ha continuato a investire: anche durante la pandemia è stata un'istituzione per il rilancio degli investimenti su tutto il territorio. Accanto a questo ci sono le funzioni di equità territoriale fondamentali. La casa dei Comuni diventa un livello di semplificazione per i piccoli Comuni: ti metto in condizione di far arrivare sul tuo territorio i fondi del PNRR. Del resto la sfida dei riformisti è proprio il superamento delle disuguaglianze territoriali per fare in modo che tutti i territori abbiano le stesse condizioni. Dobbiamo ripensare il rapporto fra centro e periferia, fra le città e i territori. Ma dobbiamo avere una qualità della vita dignitosa. Le Province possono dare una mano da questo punto di vista. Allora in un contesto nel quale chiediamo che sia rivista la legge, consideriamo davvero importante il messaggio di ieri della Ministra Lamorgese che ha parlato della riforma del TUEL e della modifica della 56".  

Emanuele Prisco: "E' stato avviato un percorso già con l'ex sottosegretario Variati e oggi continua con il Sottosegretario Scalfarotto in un dialogo fra Governo e Parlamento sulla proposta di legge Pella: ci si è ritrovati tutte le forze politiche in un clima costituente. Ci sono tanti temi importanti. Dalle responsabilità sulle ordinanze che oggi vengono scaricate di fatto sui Sindaci, che sono attuatori politici di volontà tecniche, dal ruolo dei segretari comunali, dalla necessità di distinguere piccoli e grandi Comuni dalla necessità di rivedere lo status degli amministratori. Ma non perché dobbiamo costruire privilegi: si tratta di persone che amano talmente tanto il loro territorio che spesso mettono a rischio la loro carriera e azienda per mettersi al servizio del territorio. Ci sono tante proposte. Ma poi l'Italia veloce deve anche farle le cose. Un'Italia veloce deve dare una risposta. Abbiamo trovato molti niet da parte del Ministero dell'Interno e dell'Economia anche laddove vi era una volontà politica condivisa. Sulle Province ritengo che quella riforma la 56/2014 fosse fatta in una logica costituzionale per cui si andava verso l'abolizione delle Province, coerente con una riforma costituzionale. Oggi che i cittadini hanno bocciato quel referendum e hanno affermato che vogliono le Province, penso sia dovere della politica garantire che qualunque ente rappresentativo sia scelto dai cittadini. [..] E poi, urgentissimamente, un correttivo a quel sistema elettorale folle sfalsato per cui c'è una continua modificazione del Consiglio provinciale e la decadenza dei Presidenti dovuta al fatto che sono uniti al mandato dei Sindaci e dei Consigli Comunali".  

Ivan Scalfarotto: "Innanzitutto grazie a Ricci e Variati, da cui ho preso il testimone. Cosa sta facendo il governo? Noi abbiamo presente la necessità di rimettere mano al Testo Unico degli Enti Locali. Oggi stiamo ragionando sul presentare un disegno di legge delega che conterrà anche delle norme immediatamente applicative, che forse sarà meno ambizioso, ma proprio per portare a casa prima della fine della legislatura questa riforma. Non c'è più tempo. Il TUEL è del 2000: ha compiuto 21 anni e li dimostra tutti. E sono state fatte delle modifiche tramite interventi puntuativi parlamentari. Oggi quindi ci troviamo di fronte a una sorta di stratificazione di interventi normativi lasciando il Testo Unico non sempre bilanciato. Vogliamo tornare con un disegno di legge delega che ci permetta il giusto bilanciamento. Su alcuni temi dovremo sicuramente rimettere mano: innanzitutto le Province. La riforma delle Province dentro la riforma costituzionale del 2016 avrebbe potuto benissimo essere una riforma che stava in piedi da sola: credo che con quella riforma invece ci troviamo di fronte a un istituto della Provincia che funziona in modo più razionale della Provincia precedente. Il fatto che sia diventata un ente di secondo livello ha creato un luogo di servizio ai Comuni. Il fatto che i consiglieri provinciali siano anche amministratori comunali credo sia un servizio: la mancata elezione diretta ha spogliato il consiglio provinciale dei contenuti politici che aveva prima. La Provincia però non ha gli strumenti per operare: quello che si deve fare non è tornare indietro, ma bisogna dare più razionalità al meccanismo. Dare strumenti alla Provincia per fare bene quello che fa. C'è anche un tema finanziario: bisogna fare in modo che le Province abbiano i fondi per lavorare. Sui Comuni. Credo siano la spina dorsale di questo Paese e che siano il front office della Repubblica. Anche il sistema elettorale die Sindaci credo sia stata una delle riforme meglio riuscite della storia contemporanea del nostro Paese. Il tema della dignità del ruolo del Sindaco è fondamentale. Noi abbiamo una questione anche di reclutamento dei Sindaci: non c'è la fila per il ruolo di Sindaco. Parliamo di responsabilità penale. Trovo che sia assolutamente assurdo che a Crema se un bambino si schiaccia il dito in una porta dell'asilo parta un procedimento penale contro il Sindaco. Fare una norma che regga per evitare queste storture non è però così semplice. Come diceva Lamorgese: "Miriamo a risolvere la questione entro Natale". Il caso di Crema non deve ripetersi. Stessa cosa vale per le indennità. Se uno fa un lavoro così assorbente e non viene pagato, non avrà neanche la possibilità di lasciare quello che stava facendo prima per fare il Sindaco. Comunque al di là dei tecnicismi, mi vedo già seduto con il MEF a risolvere la cosa. Ineleggibilità dei Sindaci. Cosa si disse: dato che tu vieni incaricato direttamente dal popolo lo fai per 10 anni e quella popolarità che ti arriva dal sistema non va spesa immediatamente in politica diretta. Se non fosse che i Presidenti di Regione, eletti dal popolo, non hanno la stessa ineleggibilità. C'è compattezza fra le forze politiche? No. Ci sono posizioni molto diverse. Poiché i Sindaci sono anche iscritti ai partiti, faccio appello proprio a questi Sindaci e ai parlamentari affinché si chiudano con il loro responsabile enti locali e tirino fuori una posizione che mi aiuti a navigare in questo difficile mare. C'è un'altra questione importante: razionalizzare il lavoro dei Comuni. 8.000 comuni sono proprio tanti, così come le dimensioni molte piccole dei Comuni sono un problema. Ci siamo confrontati con il tema delle fusioni e delle unioni, ma con scarsi risultati. Ragionare su come per far sì che la fusione non sia a freddo e artificiosa, credo sia un tema importante. 

Infine dobbiamo diventare più disciplinati sui bilanci e sulle tempistiche. Abbiamo discusso di posticipare il termine della presentazione del bilancio al 30 settembre: non credo che faccia bene a chi li fa in tempo e credo che dia l'idea che i termini diventino "canzonatori". Inoltre è vero che gestire la spesa in dodicesimi è più semplice, ma penalizza gli investimenti, la visione, la strategia".

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